SCHLAGSTROM BERLIN 2006 - Maschinenhaus - Kreuzberg \ Berlin (Germany), 19/08/06

Text by Gilly (Sephira) - Pics by Drex

 

Come era gia' successo in precedenza in occasione di una serata ospitante piu gruppi, il signor ritardo si e' unito al gruppo e ci ha fatto perdere le prime performance che a detta delle persone presenti non sono state affatto male: ZX81 , Mooodepathologie , IO e Exil.

Per sopperire in parte a tale mancanza ci fidiamo delle parole di SepticMesh (in corsivo) che è corso di gran fretta, con tutto il gruppo, per guadagnarsi la t-shirt all'ingresso. (Pics by Septic)

"ZX81
Non lo conoscevo...avevo sentito di fretta qualcosa su MySpace.
beh non immaginavo un set cosi' devastante!
accompagnato dal suo PC e da una schiera di effetti ha fatto letteralmente tremare il Maschinenhaus.... e quando dico letteralmente intendo che lui stesso doveva tenere fermo il suo portatile perche' si spostava con le vibrazioni!!!!!!
dalle ritmiche electro ai breaks pesanti da sottofondi distorti e cupi a bordate martellanti...inutile...si sente che e' un degno socio della truppa d'assalto italiana capitanata da Bahntier, Sandblasting e Balli
Cesare (questo il suo nome) ha aperto il festival...ma aperto proprio...sventrato direi... "

" <IO>
Devastanti...incredibili...secondo me la rivelazione di casa schlagstrom...
pulsazioni industrial come ondate di materia nera....
ho passato piu' o meno tutto il loro concerto sottocassa...non volevo perdere nemmeno una mezza frequenza di quei suoni...non potevo.
...lei, Ash , e' stata perfetta una voce soave e versatile in controcanto alla voce distorta e filtrata dal megafono del compare...alla macchine Zeitschnitt che ha dato il paggio che la psiche umana possa permettere...un pazzo furioso capace di 'suonare' un pedalino distorsore come fosse una tastiera monotasto...
un set davvero denso...ricco di contenuti in molti sensi dalla saturazione musicale, ai visuals, a... beh diciamo che come voto prendono a diritto un 23 e lode...chi vuol intendere intenda ".

Nel frattempo la drexmobile varca le soglie di Friedrichshain ed e' pronta per approdare a Kreuzberg ed avventurarsi per le vie berlinesi fino all'enigmatica Dudenstrasse, che sembra non voglia farci trovare l'entrata del Maschinenhaus e quindi dello Schlagstrom. L'occhio attento del Drex salva la situazione e seguendo il cartello appoggiato malamente ad un palo, arriviamo dritti nella via buia di una cosa che sembrerebbe un parco. Il primo pensiero e' che si tratti di un open air, ma seguendo la luce della torcia di un baldo giovane ci si ricrede davanti alla stupefacente location che avrebbe fatto da cornice artistica al festival: una fabbrica abbandonata, all'interno della quale si trova anche una ruota che sembra essere stata sequestrata dal technikmuseum visitato qualche giorno prima.

Quale luogo migliore per un evento in cui la protagonista e' la fusione tra electro, industrial e noise?

La prima performance alla quale assistiamo sono i Klangstabil ; gruppo versatile in suoni, ritmiche ed atmosfera, un electro-synthpop molto melodico accompagnato da una voce dal timbro acidulo che si alterna a pezzi noise che sembrano fungere da interludio tra un pezzo e laltro, ma la mancanza di struttura e quindi di capo e coda e la loro brevita', rischiano di distrarre ed annoiare, nonche' di appesantire e disturbare un'esibizione che ha tutta un'altra natura. Una cosa che invece ha stupito e' stato il fatto che in un contesto simile sia stato utilizzato un game boy, uno degli strumenti caratteristici della micromusic [about micromusic vedi report Micromilano, Lione, Basilea on drexkode.net].

Si approfitta dei momenti di pausa tra una performance e l'altra per dare un'occhiata alle leccornie proposte dalle label che con i loro stand presenziano alla serata. Impossibile non acquistare nulla quando ci si trova di fronte a nomi come Ant-zen, Ad Noiseam, Rustblade ed Hands e per una volta il portafoglio non ha rimorso alcuno.

Il procedimento cerebrale e' "masenonlocomprooranonlotrovopiu".

La mercanzia musicale non e' l'unica attrazione, perche' si possono deliziare le orecchie nella saletta attigua, in cui si trova una macchina curiosa, oserei dire geniale, opera di Dr. Nexus e Greta [www.the-script.de]. Tre piatti con dei vinili martoriati che girano vorticosamente al contrario, collegati a macchine da mille fili nel cui guazzabuglio la vista si perde; le casse vomitano suoni industriali distorti e lamentosi che rimangono in loop per un poco e cambiano senza mai fermarsi; in sottofondo si riesce a percepire una melodia distorta che a livello superficiale e' completamente soffocata.

 

 

Prima dei Punch Inc. l'attenzione del pubblico viene scalamitata dal palco e dal bancone del bar per cadere su una performance di sospensioni . Un'altalena dalla struttura rustica che solleva questo individuo poco serio, che con il suo fare troppo istrionico rovina tutto quello che un'esibizione simile dovrebbe avere. Non c'e' nessun brandello di pathos od emozione, personalmente considero questo interludio come un qualcosa che sfocia nell'esibizionismo piu banale e di cattivo gusto, lontanissimo da quello che suscita ad esempio una performance degli italiani Freaks Bloody Tricks gia' visti ed ammirati in occasione della mostra Postumana tenutasi al FOA Boccaccio. L'unico fattore che merita un punteggio positivo e' l'accompagnamento musicale, presente anche tra un gruppo e l'altro, ad opera di Butz, Salt [Ant-zen], Rx [Banthier] e Agent Provocateur.

Finalmente il palco ricomincia a pulsare ed a capitanare il veliero attraverso le frequenze ci sono i Punch Inc. , quattro mani che intrappolano i presenti come insetti in una ragnatela, ma il piacere di stare incollati alla cassa e farsi inondare da sonorita' non troppo sporcate, con una bella linea e da loop incessanti che ipnotizzano ed estraniano il cervello, e' molto piacevole. La velocita' dei bpm e le sonorita' industriali sono tali da ricordare un rave techno, per questo motivo penso che questo gruppo e' quello che si sposa meglio musicalmente con la location.

Arriva il turno di Monolith che rimane su sonorita' techno rave piu lente e un po piu calme del gruppo precedente con piu accenni a tendenze sperimentali, ma che tiene comunque incollati alla cassa che, benche' non sia una vera e propria cassa da rave, fa godere lo stesso dei bassi che fanno vibrare anche la punta del naso.

Ed infine la ciliegina sulla torta, o meglio ciliegiona, dal momento che questo ultimo live set sembra essere durato piu di tutti gli altri messi insieme. Alec Empire e' senza dubbio una figura di spicco per questo ambiente, ma non solo per i riccioli doro e il mascellone da surfista. Con il fuel al massimo comincia il suo lavoro per saziare il pubblico senza ammazzacaffe'; suoni molto variabili, pezzi intricati con ritmo in continuo cambiamento, un ordito in cui si intersecano trame electro e trame piu noise e sporche, quasi come un tessuto gremito di violenti strappi. Unico fattore deludente e' stata lincredibile discesa che ha occupato il resto della performance; da duro ed aggressivo, ad un loop piatto e quasi invariato che come una ninna nanna elettronica mi ha letteralmente fatta addormentare in mezzo al pubblico.

 
 
 

Tutte le performance sono state accompagnate da art e visual realizzati da Exil [Sound Movie], Zeitschnitt & Darklab Visuals [Visuals Film], Tina Cassati.

Una volta che il festival ha mostrato tutto quello che c'era da mostrare e la stanchezza ha prevalso anche sulla curiosita' di ammirare la fabbrica durante il giorno, ci si avvia verso la drexmobile che ci avrebbe condotti in direzione di un meritato riposo.

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