Bandiera Nera Fest @ FOA Boccaccio – Monza 31.03.07 e 04.04.07

Report a cura di Gilly - Pics by Drex


Era da tempo che non tornavamo al Boccaccio di Monza, che per diversi giorni ha organizzato il Bandiera Nera Fest, dedicato alla controcultura punk hardcore. Abbiamo scelto tra questi Sabato 31, soprattutto per assistere alla illustrazione del libro di Steven Blush dal titolo American Punk Hardcore curata da Gomma e Mungo, con Special Guest un membro dei kina.

Piccoli ritardi di organizzazione a parte, riusciamo a vedere questa presentazione per intero: spezzoni di dvd, tra i quali immagini di concerti piuttosto rare e poi tutta la parte discorsiva di commento e traduzione.

Una delle prime cose che si nota entrando è una netta minoranza di presenza “giovanile” all’ascolto, mentre si trovano file gremite di "veterani", quelli che hanno vissuto in prima persona la scena. Mi sovvengono immediatamente le parole di Philopat nel suo Costretti a Sanguinare, quando sottolineava che i più “anziani” avevano 20 anni. Da una parte è notevole e molto importante il fatto che queste persone siano rimaste così fortemente legate alla realtà di cui sono stati partecipi, in cui hanno creduto e, se erano presenti, in cui credono ancora. Dalla parte opposta, da ventunenne, mi prende un sentimento di delusione, poiché il tutto sembra conformarsi in una piramide delle età sballata, proprio come quella che si trova nei libri di geografia economica, in cui si ha una netta prevalenza di “anziani” senza un “ricambio”.

Si potrebbe definire questo evento e soprattutto il libro stesso, come uno squarcio nella patina che i media stanno creando in questo periodo intorno alla parola punk. La Shake Edizioni, come ha spiegato Gomma, ha accettato di interessarsi alla pubblicazione dell’opera anche per questo motivo, per sfatare i falsi miti che si stanno diffondendo a macchia d’olio e che costituiscono le fondamenta dell’ignoranza musicale che dilaga attualmente tra i giovani.

Anche gli anni ’80 sono stati presi di mira in modo errato, poiché nessuno di quelli che hanno vissuto la realtà delle controculture ha mai detto, o fatto intendere, che questo periodo sia stato “bello”; Gomma definisce queste descrizioni come “consolatorie”.
Ciò che si evince dall’insorgenza radicale, soprattutto nel punk, è tutt’altro che bellezza o divertimento, bensì la voglia di ribellione e di farsi sentire, di spaccare tutto ciò che il conservatorismo stava portando. A questo proposito viene correttamente mandato in onda uno spezzone del giuramento da parte di Ronald Reagan, il presidente reazionario salito al potere negli anni ’80, odiato dalla totalità dei gruppi punk americani.

Il fattore di inganno che porta alla deduzione del divertimento potrebbe essere tra gli altri lo skate, che Mungo illustra come un possibile modo per ridimensionare lo spazio cittadino, vederlo come un mare, le salite e le discese come onde… poi pone l’accento anche sull’abbigliamento americano, molto più casual e middle class, rispetto a quello inglese – a detta mia è come se l’involucro di tessuto si posizioni sul corpo a seconda delle sonorità, l’americano più melodico, l’inglese più cupo.

Il libro viene presentato come un documento storico spoglio dai pregiudizi, questo si può ricollegare al ballo che trascinava il pubblico durante le performance hardcore in USA; un ballo muscolare, come lo era il pogo del resto, parte della contraddizione dell’aspetto maschile nel punk. Il nome della danza era slam, a vedersi sembra un vero e proprio vortice di danza e violenza [altro concetto molto presente nella frangia americana] da cui è difficile liberarsi; i pochi fortunati riescono a stare nel centro della ciambella rotante, oppure, seppur con meno probabilità, riescono ad uscire dal raggio di azione.

Il coinvolgimento totale che traspare anche dal comportamento del pubblico durante i concerti. Il primo spezzone video mandato in onda riguardava proprio questo; un microfono che non funziona più, ma un’esibizione che continua lo stesso, perché il pubblico appoggia, conosce i pezzi, urla, canta, si unisce senza differenza alcuna al gruppo e al palco.

La maggior parte dei filmati è stata dedicata a quelli che possono essere definiti i gruppi cardine di questa scena ovvero Black Flag, i notevolissimi Bad Brains, Minor Threat, Dead Kennedys, etc., soprattutto interviste e ritagli di performance.

A seguito della presentazione del libro è d’obbligo scaraventarsi sul banchetto per gli acquisti e fare un giro per la mostra di flyer e schede biografiche che si trova al “piano terra” – si poteva anche acquistare il libro che conteneva questo materiale.
Ciò che rende vivo questo evento è soprattutto la musica, almeno da questo punto di vista meno è cambiato; infine merchandising in vendita sulle varie bancarelle e di roba succulenta ce n’era a palate, tra CD a prezzi bassissimi, documenti, materiale shake, saggi, numeri di fanzine…

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MOSTRA PUNK HARDCORE AMERICANO AL BANDIERANERAFEST

CONCERTO MDC FOA Boccaccio 04/04/07

ESTRATTI DAL CATALOGO DELLA MOSTRA

Recensione del libro a cura di Psychosis

Per acquistare il libro visita il sito Shake ed.

Presentazione con programma del festival

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