CD Satan is my brother - S/t (Boring Machines, 2007)

Satan is My Brother sono un quartetto milanese che ha fra i propri componenti membri di Yellow Capra e Be invisible now! Il loro genere è inquadrabile in una specie di fluido ambientale free-jazz, rodente e continuo, un allucinazione che prende qualcosa dagli sperimentatori dark-ambient, dalla lounge tetra e jazzy di Macelleria Mobile di Mezzanotte e da inglesi ipnotici come Throbbing Gristle e Flying Saucer Attack. La rappresentazione visiva di tutto ciò potrebbe essere un film di Lynch, una metropoli tentacolare e paranoica fra giochi di specchi, dove lo strato elettronico disturbato strascica su asfalti sporchi e persone fuggono da un quadro di Grosz. Il disco si divide in tre parti collegate fra di loro da un unico filo, dove la batteria desolata compare e scompare nella nebbia mentre trombone e sax duettano come fantasmi note alienate destrutturate. Una stasi mentale inserita nella velocità della vita metropolitana, una cascata di sonorità che piovono addosso lasciando un senso di incomunicabilità e mistero, ma sono uno spunto alla riflessione, un clarinetto dylandogiano. I SIMB elettronicamente riescono a creare una ambientazione portante interessante, l'incipit sembra quasi una risonanza di un inquietante giardino notturno post-industriale, che nella seconda parte scomparirà fra distorsioni e lieve noise, introducenti un aumento di acidità di fiati, tastiere e fruscii dronanti. Sembra vigere una compenetrazione tra flemma distratta e ossessione, che nella terza parte diventerà magma sonoro ondivago. Il punto di forza è nella struttura, pur essendoci uno stampo impro il quartetto non risulta mai fine a sè stesso ma ha ben chiaro il punto di partenza,l'arrivo e lo sviluppo della sua storia sonora, capacità che spesso non sento in performers similari.
Una prova d'esordio di tutto rispetto che lascia intravedere ottime potenzialità per il futuro, uscita per Boring Machines, un'altra etichetta italiana da tenere d'occhio.

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