DJ SPOOKY - Optometry (Thirsty Ear , 2002)

Con questo disco-collaborazione abbiamo la vetta del Ninja Tune sound tanto in voga a cavallo degli ultimi due secoli. E' uscito su Thirsty Ear, ma poco importa. Dj Spooky è fra i grandi talenti americani in ambito tecnico, di rmx e di conoscenza musicale. In ambito collaborativo ha spaziato da Meat Beat Manifesto a Sakamoto, con un occhio di riguardo per le culture nere.Non si tratta solo di puro copia incolla, ma di jams appositamente fatte da musicisti jazz-avantgarde e con DJ Spooky che tratta e smesta, giungendo all'obiettivo dichiarato di non far capire cosa è fatto col computer e cosa dal vero. Come modo di operare ciò potrebbe ricordare Amon Tobin, la Cinematic Orchestra o quei pazzerelloni dei Pest, solo che qui gli strumentisti hanno, come si suol dire, i controcazzi fino a divagazioni alla Zu, basti pensare che ci sono al basso William Parker, al piano Matthew Shipp e al sax Joe McPhee,tutti musicisti di punta del jazz contemporaneo. Dopo i due brani iniziali e l'intro di rumori ambientali metropolitani, ecco che inizia uno dei due brani in più atti che ci sarà nel corso del disco, "Variation cybernetique pataphysic", un pezzo ambient sfumato e pensieroso. Asphalt riparte con uno specie di rag-time che però diventa presto un trip-hop jazz tranquillo versione Dj Shadow in pantofole,con il cantato hip hop che duetta con cori e il sax arzigogola sul sottofondo con leggeri scratch, poi alla fine degenera in più corridoi.Un perno del disco che si bissa in "Optometry" stessa, dove il free jazz diventa a tratti di matrice zorniana e spezza il tutto creando atmosfere da Cappellaio Matto. Inizio dissonante, quasi un egocentrismo di incomunicabilità fra i vari strumenti e DJ Spooky, e poi violino. e poi incedere birbante, e poi attenzione che son fuori: prosegue a tratti progressivo fra digressioni e finisce no jazz. La sezione ritmica, notevole per tutto il disco, accenna anche a una spartana drum'n'bass. Un minestrone di quelli che vengono serviti con un una zuppiera d'argento con lapislazzuli incorporati. "Sequentia absentia" è il secondo brano che verrà ripreso in altri due brevi atti, "Dementia Absentia" e "Absentia Absentia". Un sax in dormiveglia lì sullo sfondo, come un Getz scoglionatiisimo alla finestra della mezzanotte estiva, trattamenti di Dj Spooky, lievi distorsioni, quasi un incubo, che trova poi "Rosemary" in un risveglio di pianoforte col Sole, in cui si vede la classe del regista. Secondo atto dell'assenza, c'è odore di tovaglia usata. Terzo atto dell'assenza, in pieno progresso, il jazz si evolve in fulminazioni gracchianti alla cartone animato messe a puntino da Dj Spooky. In mezzo "Parachutes" è un hip hop accompagnato da un flauto, perlomeno strano.
L'improvvisazione non lascia però niente al caso, c'è una sorta di perverso divertimento di fondo in "Optometry", un disco meno assurdo di quello che sembra, che fila via liscio come l'olio a dispetto delle stravaganzae inserite, partendo su basi più tradizionali ed aspandendosi poi a macchia d'olio in una sperimentazione di ampio respiro, geniale e, ebbene sì, emozionante, fino agli spettri di un Lennie Tristano in Periphique e gli spassi di "It's a mad mad mad world" .L'optometro è la denominazione generica per indicare gli strumenti coi quali si misura l'acutezza visiva e si scelgono le lenti necessarie alla correzione degli eventuali difetti. I conti tornano.

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