VOOV EXPERIENCE 2006 - Putlitz (near Hamburg) - 10.11.12.13 August 2006

Text by Gilly (Sephira) - Pics by Drex

Comincerò questo report con due parole dal suono molto banale: semplicemente meraviglioso .

Due parole che sembrerebbero scontate come in un tema di prima elementare, ma pochi sono i modi per descrivere qualcosa che ammutolisce talmente tante sono le emozioni che si provano e che travolgono, le cose che si vedono per la prima volta e quelle già sperimentate che stupiscono sempre come fossero nuove.

Un viaggio lungo, quasi estenuante, tra caravan, auto, camion e lunghe code che hanno sballato totalmente il conteggio di ore stimato dalla cara via michelin.

Un viaggio che ci ha condotti nel nord della Germania, precisamente a Putlitz, tra Berlino e Amburgo, un paesino situato in un nulla affascinante, intorno a noi solo foreste che da lontano sembrano cespugli, prati che a vedersi sembrano strati ordinati di moquette quasi vellutata e mulini per energia eolica dal design tecnologico, che si ergono a decine dai vasti campi e che con il moto delle pale riescono a trasmettere un non so che di pacifico.

All'arrivo ci installiamo tra le centinaia di auto e furgoni già presenti nella location [il camping apriva giovedì 10 agosto, ovvero un giorno prima dell'inizio del festival], tempo di montare la tenda che ci avrebbe fatto da casa per questa esperienza e via dritti nel sacco a pelo elettrizzati per per l'indomani e un tantino infreddoliti a causa della forte umidità che la sera calava pesante come un muro di cemento armato [l'escursione termica era allucinante].

Il sole comincia a scaldare l'aria in tenda ed è come se ci chiamasse ad uscire fuori alla frescura del mattino; si nota subito l'enorme affluenza di persone che durante la notte avevano già occupato aree circostanti che al nostro arrivo erano vuote come fossero un ventre primordiale che straripa di fame di musica, emozioni, voci, sorrisi, danze, fame di vita.

Ma il vero fulcro del VOOV si trova a qualche decina di metri dalla nostra sistemazione.

Ad un occhio disinteressato ed imprenditoriale sembrerebbe solo un ammasso di bancarelle come un altro, ma quello che realmente si vede è un villaggio che pulsa, una fiera di allegria consistente in tanti angoli caratteristici tutti di colori diversi che attraggono inevitabilmente l'attenzione delle persone che passeggiano come fossero davvero in una città; draghi che sembrano vegliare sulle migliaia di anime presenti in questo quadro impressionista/avanguardista che girano libere con la mente lontana da preoccupazioni stressanti che vengono distrutte senza nemmeno raggiungere il sottile strato tra Es e Super Io; una grande area chill out a forma di capannone circense, fatta di teli bucati e luci viola, fucsia, blu, affiancanta da altre piccoli spazi sparsi qua e là, nei quali ci si può rilassare su tappeti e cuscini, accompagnati da musica e cocktail; angoli in cui anche lo stomaco può riposarsi e assaggiare piatti cucinati in modi variegati, dalle classiche kartoffeln tedesche a piatti thai, turchi, italiani e per dissetarsi birra a volontà.

L'alternative sound è il primo ad accendere il cuore meccanico e vibrante e che accompagna le danze nel corso di una notte radiosa sotto ad una Luna regale, che alla vista colpisce ancor più di altre situazioni grazie anche al paesaggio incantevole in cui siamo immersi, su cui regna come una Madre luminosa; spirali proiettate sugli alberi della foresta e giochi di luce che circondano e sembrano vestirci di una pelle più nuova e più viva; sorrisi a non finire che donano una carica in più e una foresta che si perde in un buio che non fa paura e che condisce con tocchi mistici e sciamanici tutta l'atmosfera.

Un impianto potente che fa tremare il cuore e la terra anche a decine di metri di distanza e che ci attrae come fosse una calamita che non dà dipendenza, ma solo voglia di vivere; la parola d'ordine è espressione in qualsiasi modo ci possa venire in mente, danzando, correndo, urlando, sorridendo, giocolando . perché ogni persona è unica ed è meraviglioso trovarsi di fronte all'individualità umana che esce allo scoperto, non esistono mode o passi predefiniti per danzare, ci si mostra per come si è senza vergogna alcuna, perché in questo spaccato di mondo ideale fino ad ora sognato la fame di giudizio non c'è e, come altre macchie cancerogene della stessa vomitevole natura, non è nemmeno invitata alla festa.

Ci si imbatte dunque nei soggetti più particolari, tutti diversi l'uno dall'altro, per colori, forma, sorriso; si incontrano persone di una certa età che portano con loro i passati anni '60, giovani, adulti e famiglie intere con bambini che zompettano come piccoli folletti.

Passeggiando tra le vie del borgo si arriva al Main Sound, un vero e proprio circolo rituale che ancora dorme, ma che intrattiene con il check dei laser e delle luci, quasi fosse un assaggio prima dell'abbuffata di fuochi, synth spiraleggianti, bassi, beat ed emozioni che avremmo inglobato il sabato notte. Sound costruiti in modo artistico, psichedelico e senza difetto alcuno, la musica non si interrompe mai ed è sempre più bella, più travolgente e quando si guarda il cielo ci si lascia andare completamente senza alcun tipo di timore, perché tanto ci sono le mani fatate dei dj che ci guidano tra le melodie magiche che riempiono senza lasciar spazio a pensieri o corbellerie affini.

Il cuore si stringe all'idea di abbandonare questo posto meraviglioso, ma piuttosto che farci prendere da una tristezza che distruggerebbe i versi che si sono creati, cerchiamo di conservare la bellezza di questa esperienza, di ogni momento, allontanandoci con un sorriso che esprime soddisfazione, nostalgia, felicità e pienezza che nel mondo grigio è molto difficile trovare.

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VOOV EXPERIENCE

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