TEKASSAUKLT2.0@BOVISA (MI), 18/02/04

In un'area, poco a nord della città, Zapotek, OLB e Underground System si guadagnano il loro temporaneo regno. Un sound sottodimensionato per un simile spazio. Non me ne vogliano, non ne parlerò più, già lodati a Capodanno per la tenacia, sabato ho trovato altre ragioni per vivermi quella notte. La racconterò abbassando, purtroppo, lo sguardo della risoluzione.

E' un campo base, sede di esperimenti top secret per chi dorme nel quartiere, tra le 3.30 e le 4 uno sbalzo di orbita aumenta la temperatura.... la Terra diventa improvvisamente il secondo pianeta del Sistema Solare,

So che alcuni di voi possono empaticamente condividere con me alcune emozioni, non dovrei scrivere nulla, le Fabbrike, deve essere scritto con la K, sono quell'Altrove d'elezione dove il rave party non si stanca di ripetere insistentemente che c'è un'area sbiadita nelle nostre vite e menti, ci sono luoghi, attimi, che attivano la nostra messa a fuoco e la rendono più visibile.

Aggirarsi in queste buie stanze a qualcuno, me compreso, regala sensazioni che purtroppo, credo, sono pure difficili da condividere, è necessario vagare soli, è indispensabile per muoversi con quella circospezione, un senso di sospetto, la curiosità, soli su quei pavimenti coperti di polvere, di cemento, di macerie, muri di un altro tempo, iniettati nel corpo della fabbrika come in un Viaggio Allucinante.

Ieri la Luna, le Nuvole, la luce artificiale delle Zone confinanti sono state riassorbite da un sensore digitale, per collaborare al dipinto che mi si poneva di fronte. Stringo tra le mani una comunissima Nikon che permette di tradurre la realtà in un videogame 3d con vista in soggettiva.

Un party come tanti, un sound sottodimensionato per l'area, quello di ieri lo ricorderò per l'essere stato un viandante in un deserto di cemento..... nella Fabbrika non si cerca nulla, ci si ri-trova.

I parties hanno due colonne sonore, dell'una è responsabile la tribe che la diffonde, quell'altra è intrinseca al luogo, sono i passi sul cemento, i vetri che si spezzano sotto le suole, il rimbalzo di gocce d'acqua, lo scricchiolio di una porta che non sai dove conduce, la polvere che cade in quel buio spazio di sotto, con quelle macerie indistinte illuminate dalla torcia.

Non è facile trovare la giusta combinazione di luogo, luce e atmosfera, ieri credo di averli trovati nel giusto equilibrio.. ma ancora più significativo è un'occhio artificale guidato, non abbiamo un pellicola biologica che possa arrestare il tempo e fissarsi per attimi che possono durare fino a 40 secondi, noi catturiamo immagini in movimento.

E' un luogo denso di presenze immaginarie, è una notte surreale, c'è un potenziale creativo e artistico in queste ampie dimore di nulla, sono palcoscenici moribondi, fatico a comprendere come si sia dimenticata questa decontestualizzazione artistica che ha forgiato le visioni di una cultura musicale, non a torto definita "industriale".

Sono i fantasmi del nostro tempo, la riconversione dell'economia produttiva all'alienazione dei servizi.

"Fiat Lux" , quando la casualità e l'intenzione si incontrano, si presentano, si piacciono e passano una piacevole notte. pochi scatti e ho capito che il modo migliore per rappresentare quella notte era una sua trasposizione temporale, ne nasce a tratti un'Alba immaginaria, di una luce surreale nel cuore della notte..

fino ad oggi ho resistito alle tentazioni della post produzione.. sono in quella fase in cui si vuole imparare meglio, dare di più perché è sempre possibile quindi i demoni di photoshop e del flash li lasciamo chiusi nelle loro umide celle.

Non è nemmeno più un report di un rave party, ne ho scritti altri, si possono rileggere, voglio raccontare a me stesso un'ambiente;

è un corpo destinato ad essere raso al suolo, esiste al suo interno un preciso punto che ho attraversato, sarà sempre lo stesso, assume nel tempo infinite configurazioni, non è un animale, è un'organismo minerale, rispetto al singolo elemento chimico, ferro e silicio, è complesso, come lo siamo noi, subisce operazioni a cuore aperto,

è vecchia la Fabbrika, nelle fasi finali della sua esistenza, come lo saremo "alcuni" di noi, passa dalla terra alla cenere e vi ritorna senza sofferenza perché non possiede dicotomia vita\morte ma solo cambiamento di forma.

Ed è anche un'ottima rappresentazione dellla relatività, di ciò che appare, perché quella Fabbrika illuminata nella notte era lì, anche molto visibile ma a noi non era dato di vederla del tutto.

Mi procurerò una nikon ai raggi infrarossi un giorno, mi calerò nei sotterranei di qualche vecchio edificio, per trovare la Porta.. poi le Scale.. poi il Pozzo.. dove il sasso che cade non risponde.. e non fare più Ritorno..

Mi risveglio con una goccia d'acqua che rimbalza.

Un ultimo sguardo, mi giro, e spingo questo carrello immaginario che ho riempito di provviste emotive e mi dirigo persieroso verso le Kasse.

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