NEWTONE 2060 MINITOUR - Rovagnasco di Segrate 04/02/06 + Milano 08/2/06

Newtone 2006 mini tour. Prima puntata il 4 febbraio al CSO "Baraonda" di Rovagnasco di Segrate.

Anche se all'arrivo erano già all'opera ho potuto constatare che il trio ha un ottimo impatto live.

Io mi accorgo che la compagna Nikon se ne è rimasta a casa, le fotografie sono dovute al provvidenziale regalo di un benefattore ad uno dei tre, Maikko, complice Claudia, una che nella famiglia ramificata Otolab in qualche modo la si fa rientrare.

Maikko, dicevo, al campionatore e laptop, oltre che interventi vocali unicamente per creare effetti, è già una conoscenza proveniente da Otolab e altre esibizioni. Alla batteria, quella secondo tradizione, ci stava Cris, per dare muscoli ed una resa "live" che supera e distanzia molte serate basate unicamente sulle macchine, come spesso accade. A completare l'opera Mimmo ai piatti, utilizzando vinile per creare tappeti sonori che si amalgamano nel risultato, con il dominio della sezione ritmica.

Il risultato si potrebbe considerare a grandi linee come lunghi assoli di batteria, liberi di vagare su electronics ed effetti che le fanno da sfondo e da contorno.

A seguire una band americana di jazzcore, ..., con batteria, chitarra e tromba, un trio di strumenti che ci si può attendere in questi casi, anche se, data la recente esecuzione e vicinanza di sonorità che mi permette confronti, con Zu siamo su un altro piano, sarà per quel basso maltrattato e il sax con effetti, comunque credo siano apprezzati per seguaci del genere. La jam session tra Newtone e loro invece credo che perda proprio per la somma, più un finale festoso che una pretesa di compiere un capolavoro. Maikko dall'impegno e ispirazione predenti mi sembra divertito. Io dalla libreria sentivo solo una grande "baraonda".

A propò della libreria, ho messo le mani su "Kaos", di Paola Verde, ottime fotografie che ritraggono l'atmosfera e lo spirito del mondo dei Rave Parties. Leggete qui.

A chiudere un fuori programma improvvisato con un tipo che recita quelle che dichiara essere sue poesie, sembrano un testo hip hop senza musica e spezzature, non tocca certamente il livello eccelso di una recitazione di Carmelo Bene ma nemmeno il punto più basso della sua carriera, ruttando e scoreggiando come avrebbe fatto un Bucowski completamente ubriaco.

Seconda puntata, mercoledì 8 febbraio in piscina, il tour Newtone continua. Questa volta armato del mio occhio digitale m'avventuro alla piscina di via Ampere; per un'eccezione rara come la comparsa di una bolla spazio-temporale a Milano non solo l'ora di inizio è fissata per le insolite 21 ma iniziano pure 20 minuti prima, così mi perdo quasi tutto il primo set.

Un folla impazzita, avvinghiata alle grate sbraitando, chiamando Mimmoooooo, Maikko i love youuuuu, tentando l'invasione del guardaroba....... nulla di tutto questo, in mezzo a quell'opera folle che è una distesa di ganci e telai in ferro per metterci il materiale dei nuotatori, si sono piazzati loro, attorno chi vaga curioso, chi ripara sotto i funghi a 900 gradi, ideati per ustioni al cervello e geloni alle zampe.

Non saprei nemmeno dire se il luogo è interessante o meno, sulle prime sembra surreale la distesa di tutto quel ferro, in realtà l'occupazione centrale di tutto quello spazio mi pare non abbia alcun senso.

Messi a cuccia i muscoli del batterista ci pensa Mimmo Vinile a ristabilire l'ordine e se la piglia con la struttura in ferro, forse a causa del freddo qualche cella di memoria del suo cervelletto ha sbagliato indirizzo, poi resetta, si ripiglia e ci tramuta "Wild boys" dei Duran in un brontolio intestinale.

Non è la riedizione del Saturday Night Baraonda, il batterista bada bene a non accelerare, si diletta in una divagazione di percussioni di ogni tipo, ogni sorta di rottame al quale sia possibile ricorrere. Il riverbero infatti penalizza molto il suono, i tre, sebbene sembra che i singoli interventi emergano meglio, sono vittima di una dispersione nell'ampio spazio e del riverbero che la fa da padrone. Immaginandomi in un immenso locale a forma di multieffetto, cerco una sala che somigli quella della centrale termica per regolare, mediante grandi ruote dentate, il predelay e la percentuale di feedback..

Ci sono anche degli angoli interessanti da cogliere vagando..

Per mostre e video installazioni un luogo da recuperare, per la musica credo sia meglio orientarsi verso altre destinazioni.

Ho parlato.

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