COSTRETTI A SANGUINARE: romanzo sul punk 1977-1984 di Marco Philopat - Shake ed. underground - 226 pag. 14€

Primi vagiti del punk milanese di riflesso all'onda generazionale londinese, prima il fascino per qualcosa di estraneo e al tempo stesso necessità di identificazione, poi bisogno di manifestare un disagio, l'esclusione dalla società da un lato e la ricerca di una diversa coesione tra giovani accomunati dal nichilismo del primo punk.

Gli albori di un punk che prenderà strade diverse, dall'orientamento più impegnato dell'autore all'aspetto estetico o di ritorno economico di altre pseudo ribellioni fallite nel business e nella prevalenza dell'aspetto visivo.

La Milano di fine Settanta: punk stretto tra l'Autonomia integralista e la restante società del Consumo, con la Madama e una gioventù tossica per completare il quadro.

E' un romanzo di crescita, sviluppo adolescenziale, "Il giovane Holden" meneghino, con cerniere, spille da balia e tanta rabbia.

A distanza di 30 anni da quelle prime ingenue istanze di ribellione osserviamo che il "No Future" era solo una visione pessimistica dell'esistenza, il futuro è stato garantito a chiunque portando a compimento però anche una lobotomizzazione mediatica che nelle righe confuse di quelle fanzine era un monito quasi quotidiano.

Philopat riesce a dipingere un quadro d'epoca in cui è il protagonista, lo fa senza mezzi termini, senza mediazioni, riportando una verità che è anche ammissione di colpe; anche gli atti commessi contrari ai codici che gli uomini si sono dati sono riportati per meglio penetrare una condizione giovanile che può non essere condivisa ma possedeva quei tratti. Col senno di poi sarebbe semplice condannare certi atteggiamenti ma nell'appiattimento melmoso e a tratti ovattato che ci circonda è difficile concepire una società dove il confronto tra parti sociali era duro, ancora si sparava da una parte e dall'altra, l'ostilità era cosa reciproca.

Inserito all'interno del percorso controculturale sembra di veder prendere forma una sorta di anarchia medioevale dopo i fasti dell'impero sessantottino e autonomo degli anni precedenti. Alto medioevo in anfibi, oscuro e agitato, da cui prenderanno forma le sottoculture giovanili successive, transito di chi ha vissuto gli anni '80 verso quel crossover di culture e annullamento di barriere del decennio successivo.

Un esempio da seguire, altre realtà italiane hanno un proprio vissuto da raccontare, il materiale non manca, scarseggiano forse gli ultraquarantenni in grado di farlo, dispersi tra coloro che spesero quegli anni non per crescere ma per autodistruggersi, o altri ancora che ci racconterebbero fandonie per legittimare la loro figura di ribelle poi venduta alle regole del mercato. Provo ad immaginera un ipotetico romanzo di Joe Squillo (scheda personaggio su mediaset.it) sul punk milanese ma non compare in me alcun pensiero. "Costrette a sanguinare"... le Candeggina Gang.. quasi quasi mi viene da piangere.

Per quanto mi riguarda personalmente, appartenendo ad una generazione successiva, è un libro di approfondimento, la riscoperta dell'immediato passato; ho conosciuto un Virus, quello di P.le Bonomelli, che era la coda del punk italiano, quel canto del cigno definito nel racconto, ma era un punk hardcore che aveva superato il nichilismo del punk rock, ancora con troppa ingenuità ma quella è parte di una tradizione più lunga che aveva come organo propulsore l'Utopia.. ora è morta, se non moribonda, e si va avanti spesso per inerzia.

Di quel che venne dopo l'84 inserirò del materiale prelevato dall'archivio, quelle che seguono sono immagini tratte dalla quarantina di pagine illustrate che concludono il libro. Il fumetto inedito del Prof. Bad Trip di 12 tavole è tratto da una canzone dei Fear "I love living in the city" (1981).

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