CD MINIMAL MAN "The Shroud of" (1981)

" Insecurity, isolation , terror... who is the minimal man? Powerful rock'n'roll electronics and wicked black humor"Così gli allegati cartacei della Subterranean Records, un caposaldo del vasto panorama underground californiano di 25 anni fa, presentavano il progetto di Patrick Miller (1952-2003).La definizione piuttosto bizzarra (perlomeno per gli standard industriali europei), rimarca perfettamente lo spirito di chi faceva queste sonorità negli Stati Uniti a cavallo fra '70 e '80.
Minimal Man, è uno dei progetti pionieri della musica industriale americana, da non confondersi con l'odierno act inglese electro/techno. Interessatosi nei tardi '70 nell'area della bay di San Francisco di visuals e arti figurative in generale, continuò nel corso degli anni questa ricerca unendola però alla musica di cerniera fra post/punk e sperimentazione elettronica, in linea dunque con l'evoluzione contaminata e ricettiva dell'industrial americano.

I primi passi riguardano una specie di power-electonics più ovattato e influenzato dal post-punk rispetto alle efferatezze di Whitehouse e il conterraneo Monte Cazazza, avvicinandosi forse più ai primordi di Uns, il primo progetto di S.Weisser (Z'ev).
James Nice a proposito del nome della band riporta: "The band names was inpired by people who lived in the low income fillmore district of SF, though often withoutbasic needs, these were people creative in adapting to life on the street. Miller's conception of minimal man was a character with "Everithing against him"

Non è un caso che specialmente in California, industrial e punk proseguirono spesso insieme, condividendo anche i luoghi di ritrovo underground come il leggendario Deaf Club, dove si esibirono oltre a "gruppi di quartiere", gran parte dei gruppi storici dell'epoca dai Dead Kennedy's ai Tuxedomoon. Proprio questi ultimi, precisamente Steven Brown e Micheal Belfer, apparirono come guests nella creazione di "The shroud of",un disco che definire formidabile è un eufemismo.
Prima di questo, Miller farà una manciata di singoli e brani sparsi dediti a un'elettronica indusutriale disturbata e distorta, come l'autoprodotto "He who falls/She was a visitor" e poi "Shower frequence", un lungo brano di superlativo dark-ambient comparso nella raccolta "Red Spot" dell'80 della Subterranean Records insieme a culti locali come Animal Things, Wounds, Fried Abortion e altri. Merita una citazione anche se di poco successivo il singolo "Two little skeletons/ Tired death",sia perchè si inserisce in un'ottica di folk industriale che all'epoca vedrà fra i suoi padri Boyd Rice(solo che in Miller sopravvive una componente blues), sia perchè in Two little skeletons ci sono alcuni bagliori dell'interesse verso l'ebm industriale che a tratti Miller perseguirà sul finire degli 80s.

Da Source del 1983: Minimal Man's reputation is diverse probably because Patrick is not interested in one thing, or idea, he states that Minimal Man's music is not experimental because it is not breaking any new ground. I think that the ground has been broken. In the music of MM you can hear distant influences, and you can see flashes of reality, a metaphorical reality which is very truthful to life.

Patrick Miller dunque non si confina dietro a "manifesti" o precisi intenti ma sfruttando la usa versatilità e sensibilità crea il disco che lo consegna definitivamente alla storia: "The Shroud of", siamo nel 1981.
La copertina di "The Shroud of" viene così interpretata: "The cover of The Shroud Of features one of Miller's signature paintings. Writer Neil Strauss recalls: "They were all variations on one image: a featureless head or mask, usually wrapped in strips of bandages that were peeling off to reveal a discoloured, decomposed face. It was a self-portrait. It wasn't even a mask; it was what lay beneath the mask (at least in his darkest moments) - a paranoid, dark, disturbed shell of a human being."

"The Shroud of" si dipana su un industrial che più che essere un punto di arrivo di efferetezza sonora è un mezzo per esaltare la componente stradaiola, nichilista propria di certa cultura punk trasportata verso la sperimentazione estrema wave/industriale. L'industrial americano, in particolare californiano, ha sempre avuto questa caratteristica di non essere sola espressione elettronico-analogica ma di entrare invece in simbiosi con gran parte delle controculture esistenti. Il cantato di Miller è una disperazione di echi urlanti fra le dissonanze chitarristiche noise e del sax (Andrew Baumer), fino a sconfinare nei clangori e nelle distorsioni noise con massiccio uso di synth e drum machine. C'è una vicinanza con le prime cassette dei Clock Dva, anche se qui il tutto è più maledettamente industriale e cupo sulla linea che seguirono in seguito gruppi come Nervosus Gender e i vari progetti di Bond Bergland. Gli stessi strumenti tradizionali diventano sapientemente parte dell'ambient-noise paranoico di alcuni pezzi come "Hospital" e la rabbrividente "The Shroud", fino a "Hatemonger", quasi un pezzo alla Germs ridotto a una disperazione incontrollabile. Il fumo, il grigiore, la solitudine e l'insicurezza dell'essere sublimano per tutta la durata del disco fra strade dissestate e abbandonate, post-atomiche più che post-punk. Facendo un parallelo col cinema, questi sono scenari che mischiano un rudimentale sci-fi horror (She was a visitor e Highway) e l'espressionismo tedesco fra le due guerre.
"The Shroud of" è uno dei dischi metropolitani per eccellenza, colpì profondamente nel segno per il suo unire con successo la sperimentazione industriale, la visione punk, e l'abisso caotico della no wave.

Patrick Miller farà con " l'ensemble aperto" altri dischi che diventeranno in seguito più accessibili a iniziare dal successivo "Safari" fino a "Sex with God", pur rimanendo in un ambito wave sperimentale sempre ostico. Da notare come Miller si eclissò a poco a poco, estinguendosi nel corso degli '80 insieme a quella fase ineguagliabile dell'underground americano, quasi un segno del destino per tutti quelli che composero musica a quei livelli in quei fervidi anni. Nel corso dei '90 si dedicò soprattutto alla collaborazione per B movies.
Miller scompare nel dicembre del 2003 per una galoppante epatite C, tutto quello che ci rimane sono i suoi bozzetti musicali e pitturati di città e volti così lontani e vicini.

Drexkode.net 2004-2008 ver.2.5 - Art by Gilly *Sephira* Majo